Storia del Quaderno di Scuola
I sec. d.C
Impero Romano
La loro nascita deve però essere fatta risalire a molto più lontano. Già gli studenti romani ne utilizzavano una versione ante litteram, molto semplice ,ma assai ingegnosa costituita da due tavolette di legno legate tra loro da anelli e ricoperte di cera nella loro faccia interna: con un punteruolo potevano incidere a piacere frasi e esercizi cancellando tutto alla fine, riutilizzando le tavolette praticamente senza limiti. Il solo difetto consisteva nel fatto di non poter archiviare le nozioni apprese considerato lo spazio che doveva essere necessario per conservare le tavole.
I sec. d.C
XI sec. d.C
La comparsa della carta
E’ solamente con la comparsa della carta a buon mercato che cominciano a nascere i quaderni come noi li intendiamo oggi: un gruppo di fogli piegati in due e cuciti tra loro con una corda. Venivano generalmente utilizzati per fare dei conti, come brogliaccio di appunti, per tenere nota dei creditori, per annotare ricette e versi di letterati famosi diventando così dei bignamini rigorosamente personali pieni di massime e aforismi che fanno intuire, al lettore moderno, l’animo dell’antico estensore carpendone un po’ del suo cuore.
XI sec. d.C
XIX sec. d.C
Le leggi che disciplinavano l’Istruzione scolastica del futuro Regno d’Italia
Per avere una grande diffusione dei quaderni, in particolare modo quelli come li intendiamo noi oggi, dobbiamo attendere la metà del 1800: risale ad allora l’emanazione delle leggi che disciplinavano l’Istruzione scolastica del futuro Regno d’Italia. Con la legge Casati del 13 Novembre 1859, n. 3725 dal titolo “Dell’amministrazione della Pubblica Istruzione” si tracciano le basi di quello che sarà il futuro ordinamento scolastico del Regno d’Italia fornendo le disposizioni generali riguardanti l’Istruzione superiore, l’Istruzione secondaria classica, l’Istruzione tecnica e l’Istruzione elementare. Con la successiva ed integrativa Legge Coppino del 15 Luglio 1877 s’istituisce la scuola dell’obbligo per i bambini con un’età compresa tra i 6 e i 9 anni. La piaga dell’analfabetismo resterà alta a lungo in Italia, nonostante gli sforzi compiuti dal Governo per dotare i nuovi sudditi di una cultura, di un’educazione civica e di un senso d’unità che stentava ad essere condiviso da genti così eterogenee quali erano le popolazioni dell’Italia d’allora.
XIX sec. d.C